C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Camminando nella sera del 24 marzo per le vie di Belgrado

Splende la luna sul cielo di Belgrado. Regna la luna sovrana sul maestoso palazzo del Parlamento serbo.
Una fila di immagini, nomi, cognomi, età. Vittime. Tante vittime. Ma la voce sarà univoca. Contro l'UCK e la NATO. Vi sarà anche qualche foto con il volto di Putin ed a sostegno di Putin nei volantini che troverai per terra. D'altronde la NATO è il nemico, cosa aspettarsi in una Belgrado sempre più vicina a Mosca? In una Belgrado colpita a morte dalle bombe del democratico ed umanitario Occidente?


La NATO è il nemico. L'Occidente nella sera del 24 marzo del 1999 ha avviato una enorme campagna di guerra contro la Serbia, contro Belgrado. Cammini per le strade di Belgrado. Città viva, città colpita da più guerre, da più bombardamenti. Ma si è sempre ripresa. Città che non dimentica. Tante librerie, tanti negozi chiusi, palazzoni enormi, e vita fino a tarda sera. Arriva la notizia, in questo 24 marzo del 2016 della condanna di Karadzic colpevole di genocidio. Passerà una macchina più volte, per le vie di Belgrado, con l'immagine di Karadzic, e musica patriottica.  E sarà musica patriottica, con costumi tradizionali, e bandiere serbe, a raccogliere un centinaio di manifestanti nel centro di Belgrado, in questo ennesimo anniversario, che qui non verrà dimenticato, e che l'Occidente, Italia inclusa, corresponsabile, ha rimosso. Cammini per le strade di Belgrado e ti domandi, ma come è stato possibile?
Bombardare Belgrado? Sirene, urla, sangue, esplosioni, quando andava male, e quando andava bene le bombe venivano sganciate nella profondità del mare, o dei laghi. Perché gli aerei decollati dall'Italia non potevano mica atterrare con quelle bombe. Hanno scaricato sulla Serbia una quantità impressionante di bombe. In pochi mesi, pari a quelle usate per demolire la Germania nazista.




Cammini per Belgrado ed ascolti canti patriottici. Nazionalismo. Quelle bombe della Nato hanno ammazzato la Serbia due volte, solo la Jugoslavia di Tito era riuscita nell'unione dei popoli. Quella Jugoslavia è stata demolita, è stata distrutta, e riconsegnata ai nazionalismi ed alle destre. I Balcani forti, una Jugoslavia unita e forte e comunista non doveva esistere alle porte dell'Europa, perché ne minava l'essenza. Così come oggi una Europa forte ed unita non deve esistere, perché mina la potenza economica dell'America.  Il gioco si ripete, ma questo volta, il carnefice diventerà vittima di quel destino diabolico che non dimentica e non perdona. Camminando nella sera del 24 marzo per le vie di Belgrado, pensi solo, maledetta sei tu guerra e maledetti voi che l'avete sostenuta ammazzando una città ed un Paese intero.

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